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MOLE ABRASIVE

ABRASIVI

Gli abrasivi usati per la fabbricazione delle mole di tipo tradizionale sono tutti artificiali, cioè fabbricati dall’uomo. Quelli normalmente impiegati sono: ossidi di alluminio (corindoni artificiali) e carburi di silicio.

OSSIDI DI ALLUMINIO

Simbolo universale: “A”, ottenuto per cristallizzazione diretta, gli ossidi di alluminio sono ottenuti per frantumazione di grossi masselli prodotti mediante fusione in forno elettrico.

Il loro campo di applicazione principale è la lavorazione degli acciai.

REGOLARE A

E’ il più comune abrasivo all’ossido di alluminio, ottenuto dalla fusione della bauxite. Resistente e tenace, è particolarmente adatto per le operazioni di molatura piuttosto pesanti, come la sbavatura, la molatura di saldature e la troncatura. E’ inoltre impiegato nell’affilatura manuale di utensili ed è utilizzato anche per alcune operazioni di rettifica di produzione.

BIANCO “A”

Fabbricato partendo dall’allumina pura, l’Alundum 38, di colore bianco, è costituito dal 99,6% circa di ossido di alluminio.

Particolarmente tagliente in virtù della sua struttura friabile, il 38A viene utilizzato nelle rettifiche di precisione (in piano, in tondo su centri, interna) e per l’affilatura manuale e meccanica di acciai legati trattati e sensibili al calore.

CARBURI DI SILICIO

Simbolo universale “C”. Sono abrasivi di spiccata purezza e taglienza, ottenuti in forno elettrico riducendo la silice con il carbone. I carburi di silicio vengono impiegati per la lavorazione di carburi metallici, della ghisa in genere, di alcuni acciai inossidabili, dei materiali non ferrosi, del vetro, della gomma, della ceramica e di alcune leghe speciali.

COME SCEGLIERE UNA SPECIFICA

La scelta di una specifica effettivamente adatta al tipo di lavorazione che una mola deve compiere, dipende dalla conoscenza di alcuni fattori direttamente connessi alla natura dell’operazione di molatura.

  1. Tipo di operazione/ area di contatto.

Secondo una regola generale, ampie superfici di contatto mola/pezzo richiedono l’impiego di grane relativamente grosse e di durezze medio tenere. Viceversa, piccole superfici di contatto richiedono l’utilizzo di grane più fini e di durezze più elevate.

  1. Materiale da molare.

L’esame di questo secondo fattore deve essere sviluppato secondo l’analisi di tre parametri fondamentali:

1) tipo di abrasivo        2) dimensioni della grana       3)durezza della mola

1) TIPO DI ABRASIVO

Proprietà chimico fisiche del materiale da molare                                   Abrasivo da utilizzare

Acciai in genere. Altri materiali ferrosi.                                                        Ossido di alluminio

Ghisa (secondo il tipo e l’operazione). Bronzo duro.                               nelle diverse varietà.

Carburi metallici. Ghisa (secondo il tipo e l’operazione).                               Carburo di silicio

Ottone e bronzo tenero. Rame. Alluminio e le sue leghe.               nelle diverse varietà.

Acciaio inox austenitico. Leghe speciali. Materiali non metallici.

2) DIMENSIONI DELLA GRANA

I materiali teneri e quelli non trattati sono facilmente lavorabili con mole di grana relativamente grossa, mentre i materiali duri, fragili e tecnicamente trattati richiedono l’uso di mole in grana più fine, poiché, essendo la profondità di penetrazione limitata, si ottiene una più adeguata azione di taglio mediante l’asportazione di numerosi piccoli trucioli.

3) DUREZZA DELLA MOLA

Come regola generale, i materiali duri e/o trattati richiedono l’impiego di gradi più teneri. La resistenza offerta da tali materiali alla penetrazione dei granuli abrasivi provoca il loro ottundimento. Se la mola è piuttosto tenera, i granuli consumati vengono facilmente scalzati sotto la pressione di molatura liberando i sottostanti nuovi granuli taglienti. I materiali teneri e/o non trattati possono essere viceversa lavorati con mole più dure.

Una mola troppo tenera, cioè troppo aggressiva e tagliente, non consente di ottenere buone finiture.

Una mola eccessivamente dura, tuttavia, tende a creare bruciature sui pezzi e produce superfici vibrate e marezzate.

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